Titolo: Il paradiso degli orchi
Autore: Daniel Pennac
Editore - Anno: Feltrinelli - 2002
Pagine: 206
Descrizione libro:
Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da "Misteri" di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: "l'umorismo, irriducibile espressione dell'etica".
Stefano Benni
Impressioni:
Me l'avevano consigliato in molti, ma proprio non mi è piaciuto.
Uno stile contorto, la storia non mi ha preso per nulla, mi è sembrato molto noioso; una lettura difficile, dispersiva che non mi ha assolutamente dato piacere ma quasi fastidio per le divagazioni e le perdite di tempo narrativo.
Per avvicinarmi a Pennac avevo letto precedentemente "La lunga notte del Dottor Galvan" e devo dire che pur non entusiasmandomi mi era abbastanza piaciuto, ma la storia del signor Malaussene prorpio non l'ho digerita.
Forse dai commenti degli amici mi aspettavo troppo o forse semplicemente lo stile e la trama non sono proprio adatti a me. Molti lo paragonano a Benni, ma secondo me non c'è paragone: Benni è molto meglio.
Voto: 5
Etichette: Daniel Pennac
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